Scanner piano

Uno scanner a ripresa in piano è costituito, in pratica, dalla parte superiore di una fotocopiatrice. I fogli vengono poggiati su un ripiano in vetro, al di sotto del quale scorre una forte luce, uno specchio ed un obiettivo. All'inizio della ripresa il gruppo ottico, formato da luce, specchio ed obiettivo, si sposta effettuando una ripresa di tutto il foglio. Il ripiano, con il foglio, rimane fermo.
A differenza della fotocopiatrice, le immagini non vengono inviate ad un rullo di stampa, ma al computer attraverso la porta seriale. Un programma trasforma i segnali in immagini digitalizzate, che vengono registrate sul disco. Questo software è il programma "pilota" dello scanner e quasi mai consente di modificare le immagini se non per la luminosità, il contrasto, il taglio della ripresa ed il bilanciamento dei colori.
Molti scanner a ripresa in piano hanno la possibilità di montare uno speciale coperchio per la ripresa delle pellicole fotografiche, diapositive o negative, che contiene una fonte di luce. La qualità della ripresa è inferiore a quella ottenuta con gli scanner per pellicola.
Alcuni hanno anche la possibilità di montare al posto del coperchio, un meccanismo di trascinamento con il quale è possibile scannerizzare una serie di fotografie o fogli singoli.
Lo scanner piano è il tipo di scanner più diffuso, ed anche il più economico. Inizialmente aveva una qualità inferiore di quelli a tamburo, adesso non ha nulla da invidiare agli scanner professionali, né in risoluzione, né in fedeltà, né in velocità.
E' possibile acquisire immagini anche da pagine di libri, oggetti piccoli come biglietti da visita, ritagli irregolari, fogli sottili (se ci sono problemi di trasparenza, cioè si intravede anche l'immagine presente sul retro del foglio scannerizzato, è meglio frapporre un foglio nero fra coperchio e foglio) e persino piccoli oggetti come orologi, penne, una mano... l'unica precauzione è quella di tenere sempre il vetro accuratamente pulito.
Le prestazioni e l qualità di uno scanner si misurano con la sua risoluzione, cioè la quantità di pixel che è capace di cogliere il suo gruppo ottico. Bisogna fare attenzione se la risoluzione dichiarata di uno scanner è reale o interpolata.
La risoluzione reale è quella che effettivamente il suo gruppo ottico è in grado di rilevare, mentre la risoluzione interpolata utilizza una elaborazione dell'immagine, l'interpolazione, per aumentarne la risoluzione.
In pratica l'immagine viene ripresa a 1200 punti, ad esempio. Quindi ogni quattro pixel se ne introduce uno il cui colore viene calcolato dalla media dei colori dei pixel che lo circondano, arrivando ad una risoluzione interpolata di 1440 pixel. L'immagine che ne risulta è "quasi sempre" perfetta, ma potrebbe presentare difetti come se la messa a fuoco non fosse perfetta, od in particolari di linee oblique con colori molto contrastati (come in disegni tecnici).


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